lunedì 30 novembre 2015

Il Novissimo tra Storia e Criticità

Dal sito del consorzio Acque Sorgive: "Nel 1605, dopo i fallimenti precedenti per governare le acque della "mala visìna" di Venezia, il Senato approvò, nel contesto delle decisioni assunte con la istituzione delle Prese del Brenta, un nuovo progetto di diversione della Brenta Vecchia, quello di Gianluigi Gallesi.Il nuovo canale, chiamato Taglio Nuovissimo del Brenta, per distinguerlo dal vicino e contemporaneo Taglio Nuovo del Muson Vecchio, incanala le acque, ora come allora, della Brenta Vecchia da Mira Taglio in direzione di Porto Menai per proseguire in modo rettilineo, per circa 20 km, fino al Passo della Fogolana. Attualmente il canale transita vicino a Conche per sfociare in Laguna di Venezia in località Valli, quasi di fronte al porto di Chioggia. Invece nel 1610, come si può vedere dalla mappa dello storico Bernardino Zendrini, il tracciato continuava fino a sfociare a sud di Chioggia, nella zona della attuale foce della Brenta detta della "Cunetta". Dopo il completamento di quest‘opera, inaugurata nel 1612, la Repubblica di Venezia definì i primi provvedimenti per la gestione pubblica delle valli della propria laguna. Per questo motivo lungo tutto l‘argine di questo canale furono posizionati dal Magistrato alle Acque una sequenza di cippi segna confini per segnalare la cosiddetta conterminazione lagunare. Nel XVI secolo a seguito dei lavori di chiusura e di deviazione delle foci dei fiumi in laguna tutti i territori dell‘entroterra subirono disastrose alluvioni. Per rispondere alle proteste delle popolazioni il Senato Veneto con delibera del 23 giugno1604, in previsione dell‘esecuzione del Canale Taglio Nuovissimo, istituisce le “Sette Prese”. Le “Prese del Brenta” erano dei consorzi pubblici obbligatori che dovevano coordinare le attività, le opere, e il deflusso di tutte le acque degli scoli delle campagne in un unico sistema idraulico. Le “Prese” sono state le antesignane dei moderni Consorzi di Bonifica." Il Taglio Novissimo è insomma l'ultimo grande canale scavato dalla Serenissima, e precede di poco la "Conterminazione Lagunare" che coi "Murazzi" sono l'ultimo lascito della Repubblica in termini di opere per la salvaguardia idraulica del territorio.
Il Novissimo ha avuto anche funzioni di canale navigabile, ruolo che ha svolto fino ad alcuni lustri orsono. Il canale oggi presenta diverse criticità. In primis il problema delle sponde, martoriate da fenomeni erosivi vari, legati in parte alle vibrazioni del traffico veicolare sulla sponda sx - donde corre la SS 309, Romea, ed in parte sulla sponda dx, meno trafficata, ma comunque o oggetto di traffico veicolare, o laddove vi sia affaccio di terreni agricoli, afflitta dal problema nutrie. In questi giorni in zona Lova vi sono alcuni cantieri di ripristino. Nel tratto finale a Valli di Chioggia, il problema tenuta delle sponde è ancora più marcato, essendovi lì anche un traffico di natanti che acuisce il problema erosivo, questione tra l'altro denunciata da alcuni comitati locali; si osservano da Conche a Valli, smottamenti delle rive e trafilatura di acqua dagli argini ai terreni contermini, più bassi.
Allo smottamento delle rive - non a caso nei piani del bacino idrografico Alpi Orientali - sono previsti interventi di ripristino significativi, si aggiunge quello della pulizia dell'alveo, il "pescaggio" del canale, in teoria di 2,5 metri, è in più punti assai ridotto, tant'è che iniziano a manifestarsi fenomeni d'impaludamento, ben evidenti in quest'ultima estate 2015. 
Come da fonti storiche il canale nasce per dirottare fuori Laguna le acque del sistema del Muson, onde ridurre lo scarico in Laguna e alleggerire la pressione idraulica sul Naviglio Brenta. 
Ciò nonostante, vuoi per il dislivello dei terreni di gronda, rispetto la Laguna, vuoi per le portate che in esso si incanalano, il T. Novissimo, ha iniziata a rivestire un ruolo sempre maggiore nella sicurezza idraulica dei territori attraversati. Andando a osservare la carta degli allagamenti  degli ultimi eventi alluvionali del 2006-07 e 10, si noterà come praticamente tutti i territori  sulla dx idrografica del canale, financo quelle più a sud, indicate P1 - ossia a rischio idraulico modesto, nelle carte di pericolosità - siano stati soggetti ad allagamenti anche molto estesi. Parliamo praticamente dei territori di Mira, Campagna Lupia, Codevigo (Conche) e Valli di Chioggia. Tutto ciò indica chiaramente le difficoltà di scolo che, già oggi, in presenza di portate eccezionali il canale Novissimo ha.
Nell'ipotesi di dirottarvi portate aggiuntive per esempio realizzando vie d'acqua trasversali più a nord, che si trovassero nell'impossibilità di scaricare in Laguna per problemi di dislivello idraulico, è sensato ipotizzare che tali criticità aumenterebbero, e, perciò, va attentamente valutato ogni intervento che abbia ripercussioni sul Novissimo.
E' da augurarsi che gli Enti Comunali coinvolti, siano consci di tale tematica e inseriscano nei loro Piani delle Acque una attenta valutazione lo stato del Novissimo, considerato nella sua interezza, sia in termini di stato manutentivo di sponde, arginature e alveo, sia in termini di possibili diverse gestioni o assetti della rete idraulica interagente con il medesimo. Caso emblematico è quello del progetto di completamento IDROVIA Padova-Venezia, che dovrebbe assolvere la funzione di canale navigabile e scolmatore di piena per almeno portate di 350mc/sec. Si tenga presente che il Novissimo ha una portata di circa 25mc/sec, che per un tratto di 6 km ca, nell'intersezione a raso con l'Idrovia verrebbe portata a 75. E' evidente che il Novissimo in caso di contemporaneità di scolmo di piena dall'Idrovia e in contemporanea piena dal Taglio, con condizioni di marea sfavorevole, sarebbe del tutto inadeguato a gestire tali portate, con inevitabili ricadute per i territori lungo il suo corso. E non aggiungiamo le interazioni con le attività del MOSE.

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