E’
ripartita in questi giorni una campagna mediatica supportata da varie forze
associative e politiche in favore di un rapido passaggio alla fase definitiva del
progetto di completamento dell’Idrovia Padova – Venezia. Che ha portato anche a presentare mozioni in Regione e Parlamento per stanziare fondi per completare l'opera (costo stimato attorno ai 500milioni di euro). Si è anche aggiunta una nuova proposta progettuale, prodotta da un parlamentare locale, sempre relativa all'opera. Le mozioni presentate non sono state approvate, con ovvia diatriba politica tra gli avversi schieramenti. Sul tema ci siamo più volte esposti e in vario modo abbiano cercato di far conoscere le nostre posizioni alle Istituzioni, non trovando, a dire il vero, grande ascolto. D'altronde non siamo autorevoli e argomentiamo un po' troppo, cosa che non va di moda oggi. Vogliamo comunque riassumere, a beneficio di chi vorrà leggerle, le
nostre riflessioni, alcune delle quali in passato già condivise sia con soggetti istituzionali e inviato come osservazioni alla Regione Veneto, ai
Comuni della Gronda Lagunare, territorio maggiormente coinvolto dagli effetti
dell’opera, cercando di attivare una discussione su tale tematica che fosse ampia ed
esaustiva, non condizionata da considerazioni viziate da campagne
mediatiche, necessità elettorali e da posizioni politiche non sempre adeguatamente documentate
rispetto alla complessità della questione. Si badi non siamo i soli ad avere forti perplessità sul tema, ma forse siamo tra i pochi, senza dimenticare Italia Nostra Venezia e alcuni studiosi, che su questo argomento hanno preso pubblicamente una posizione critica. E riteniamo con qualche ragione.
In
Gazzetta Ufficiale del 18 luglio 2014 la Regione Veneto pubblicava Bando per
AFFIDAMENTO del SERVIZIO di PROGETTAZIONE PRELIMINARE per il COMPLETAMENTO
dell’IDROVIA PADOVA - VENEZIA come CANALE NAVIGABILE di Va classe per navi
fluviomarittime tipo Sormovskiy con funzione anche di SCOLMATORE del fiume
BRENTA con portata di 350 m3/sec. In data 11 febbraio veniva pubblicato avviso di
assegnazione della progettazione per un importo di circa 700 mila euro
(rispetto al milione messo a bando). In
data 31 marzo 2016 veniva presentato da parte della REGIONE VENETO gli
elaborati relativi alla PROGETTAZIONE PRELIMINARE per il COMPLETAMENTO
dell’IDROVIA PADOVA - VENEZIA come CANALE NAVIGABILE di Va classe per navi
fluviomarittime tipo Sormovskiy con funzione anche di SCOLMATORE del fiume BRENTA
con portata di 350 m3/sec.. Ci siamo concentrati nei nostri approfondimenti sulla funzione di
canale scolmatore dell’opera, più che sulla sua valenza trasportistica. Ci
limitiamo a rilevare su tale punto, però, come le due funzioni non siano
perfettamente collimanti, infatti la navigabilità richiede manufatti e una
gestione che consenta il superamento dei salti idraulici presenti lungo l’asta
idroviaria, che viceversa sono incompatibili con l’attività di scolmo,
ovverosia la fruibilità dell’opera in una funzione può essere di detrimento,
almeno in alcuni momenti, all’altra: per dettagli più quantitativi sul tema rimandiamo a un documento di osservazioni del professor Boato.
Ciò
detto, è opportuno chiarire il contesto in cui si ragiona. Ribadendo, che l'Idrovia sbocca in Laguna, NON in mare. E non è un dettaglio.
La tutela DELLE acque viaggia di pari passo con la tutela DALLE acque, la Direttiva 2000/60/CE – Direttiva Acque – è, infatti, la norma che a livello comunitario ha stabilito una serie di obbiettivi per il ripristino qualitativo delle risorse idriche superficiali e il recupero ambientale degli ambienti costieri, al fine di ridurne il degrado ambientale. Lo scopo è quello di tutelare la risorsa idrica e gli ambienti idrici in generale. La Direttiva Alluvioni – 2007/60/CE – detta a livello europeo le strategie d’intervento per ridurre il rischio alluvione e la gestione dei bacini idrografici, al fine di chiarire le competenze in termini di gestione acque e rischio idraulico, nonché elaborare i Piani di Intervento al fine di mitigare il rischio alluvione. Le due direttive sono intimamente legate e, di fatto, la Direttiva Alluvioni è promanazione della Direttiva Acque, tant’è che i cronoprogrammi che le due direttive impongono per l’attuazione dei relativi strumenti di pianificazione e controllo, necessari alla realizzazione degli obbiettivi fissati da queste, hanno delle scadenze comuni e taluni elementi di reciprocità, segno evidente della volontà anche del legislatore europeo di ribadire come la riduzione del rischio alluvioni (rischio che ovviamente si manifesta in relazione alla presenza antropica), vada di pari passo con un ripristino e tutela degli ambienti idrici. Tale visione viene talora abbandonata nei livelli di governo inferiori a quello europeo, dove troppo spesso si perde la prospettiva generale privilegiando alcuni aspetti localistici. Un approccio di questo tipo rischia di vanificare una pianificazione su ampia scala, quanto mai necessaria quando si parla di acque, con la produzione di interventi a spot, magari anche di dimensioni non secondarie, con effetti ridotti rispetto alle aspettative se non, addirittura, controproducenti.
Analizzando lo studio di fattibilità (e la poderosa letteratura di corollario) per il completamento dell’Idrovia PD-VE appare abbastanza evidente che nel processo di ragionamento condotto sino ad oggi, si siano privilegiati solo alcuni aspetti, accantonandone completamente altri, solo in parte approfonditi in sede di progetto preliminare. In particolare ci si è concentrati molto sul tema della riduzione del rischio idraulico di una porzione del territorio regionale, ragionando per lo più di aspetti di idrografia superficiale, tralasciando le tematiche di interferenza con le questioni idrogeologiche e ambientali in senso lato, nonché con le criticità già note e potenziali nell’area di sbocco (Laguna di Venezia), anche in ragione degli altri interventi strutturali in fase di realizzazione o in progetto in questa parte di territorio (MOSE su tutti).
La tutela DELLE acque viaggia di pari passo con la tutela DALLE acque, la Direttiva 2000/60/CE – Direttiva Acque – è, infatti, la norma che a livello comunitario ha stabilito una serie di obbiettivi per il ripristino qualitativo delle risorse idriche superficiali e il recupero ambientale degli ambienti costieri, al fine di ridurne il degrado ambientale. Lo scopo è quello di tutelare la risorsa idrica e gli ambienti idrici in generale. La Direttiva Alluvioni – 2007/60/CE – detta a livello europeo le strategie d’intervento per ridurre il rischio alluvione e la gestione dei bacini idrografici, al fine di chiarire le competenze in termini di gestione acque e rischio idraulico, nonché elaborare i Piani di Intervento al fine di mitigare il rischio alluvione. Le due direttive sono intimamente legate e, di fatto, la Direttiva Alluvioni è promanazione della Direttiva Acque, tant’è che i cronoprogrammi che le due direttive impongono per l’attuazione dei relativi strumenti di pianificazione e controllo, necessari alla realizzazione degli obbiettivi fissati da queste, hanno delle scadenze comuni e taluni elementi di reciprocità, segno evidente della volontà anche del legislatore europeo di ribadire come la riduzione del rischio alluvioni (rischio che ovviamente si manifesta in relazione alla presenza antropica), vada di pari passo con un ripristino e tutela degli ambienti idrici. Tale visione viene talora abbandonata nei livelli di governo inferiori a quello europeo, dove troppo spesso si perde la prospettiva generale privilegiando alcuni aspetti localistici. Un approccio di questo tipo rischia di vanificare una pianificazione su ampia scala, quanto mai necessaria quando si parla di acque, con la produzione di interventi a spot, magari anche di dimensioni non secondarie, con effetti ridotti rispetto alle aspettative se non, addirittura, controproducenti.
Analizzando lo studio di fattibilità (e la poderosa letteratura di corollario) per il completamento dell’Idrovia PD-VE appare abbastanza evidente che nel processo di ragionamento condotto sino ad oggi, si siano privilegiati solo alcuni aspetti, accantonandone completamente altri, solo in parte approfonditi in sede di progetto preliminare. In particolare ci si è concentrati molto sul tema della riduzione del rischio idraulico di una porzione del territorio regionale, ragionando per lo più di aspetti di idrografia superficiale, tralasciando le tematiche di interferenza con le questioni idrogeologiche e ambientali in senso lato, nonché con le criticità già note e potenziali nell’area di sbocco (Laguna di Venezia), anche in ragione degli altri interventi strutturali in fase di realizzazione o in progetto in questa parte di territorio (MOSE su tutti).
Nell’interconnessione
tra direttiva Acque e Alluvioni, una delle strategie principali del legislatore
europeo è quella di aumentare il tempo di permanenza in ambito continentale
della acque di precipitazione, prima del loro recapito nei corpi recettori
finali – laghi o mari – al fine di consentire processi naturali di depurazione
delle acque e riduzione del gradiente energetico delle medesime, onde mitigare
i fenomeni erosivi e di dissesto indotti, nonché la creazione di zone franche,
per l’esondazione o la laminazione dei corsi d’acqua, ricreando gli spazi
necessari alle dinamiche dei corsi d’acqua, la cui regimazione è spesso
avvenuta in modo poco sensato, aumentando l’accumulo energetico nelle acque con
conseguente incremento dei fenomeni violenti durante gli eventi di piena. La
direttiva Alluvioni, inoltre, introduce, nella pianificazione degli interventi
preventivi, non solo strumenti legati alla valutazione dei tempi di ritorno
degli eventi di piena, necessari per il dimensionamento della rete idraulica,
ma anche la valutazione delle mutate condizioni climatiche e dei fenomeni
meteorologici, elementi determinanti per la completa valutazione del rischio
Alluvione.
Nei
piani d’intervento regionale, specie nella valutazioni riguardanti il
completamento dell’Idrovia, l’aspetto climatico e soprattutto la sua evoluzione
non appare adeguatamente considerato. Ciò non è affatto secondario, anche nell’ambito della sua funzione di canale
navigabile, visto il legame tra regimi fluviali e capacità trasportistiche. Va
inoltre evidenziato, come, in ogni caso, nell’ambito della pianificazione su
scala regionale, il completamento dell’Idrovia, è uno dei numerosi interventi
per la mitigazione del rischio alluvione e il ripristino della sicurezza
idraulica del territorio. Sebbene l’opera si riveli tra le più onerose in
termini economici. Negli interventi di ambito regionale tra i più significativi
spicca la realizzazione di importanti bacini di laminazione, atti al contenimento
dei fenomeni di maggior portata. Ad oggi, di quanto pianificato, solo di circa
il 10% -20% si è avviato (in fasi diverse) la realizzazione. Va ricordato che la celeberrima commissione
De Marchi, sorta all’indomani dell’alluvione del 1966 in merito al contrasto
del rischio alluvionale per i fiumi Bacchiglione e Brenta non prevedeva la
realizzazione di canali scolmatori (d’altronde nel 1966 vi erano stati
imponenti mareggiate che avevano inibito lo scolmo in Laguna), bensì di bacini
di laminazione e di opere di sistemazione idraulico forestale. Opere, per lo
più mai, realizzate, anzi negli anni successivi si è visto il pauroso incremento
del consumo di suolo regione e dell’impermeabilizzazione dello stesso con riduzione, anziché aumento dei tempi di
corrivazione. Solo in tempi recenti la Regione ha tentato di dare a ciò
soluzione normativa con la Legge
Regionale 11 del 2004 – Urbanistica – circa la possibilità di spostare volumi
già edificati, opzione che sarebbe utile – essendo numerose le situazioni di
rischio idraulico maturate al seguito di collocazioni discutibili di volumi
esistenti (non va dimenticato come i coefficienti di deflusso delle acque
superficiali si modifichino in funzione dell’urbanizzazione) – di cui, però, ben
poco, per non dire nulla, è stato colto.
Siamo ben
consapevoli dell’urgenza circa la messa in sicurezza idraulica del territorio a
sud di Padova e a sud del Brenta, e siamo altresì consci che sull’Idrovia si
sono caricate speranze e convinzioni che spesso hanno impedito serene
discussioni e riflessioni sul tema. In questo senso il dibattito non è stato equo e i vari amministratori che si sono espressi sul tema, tanti, spesso hanno avuto accesso solo a un quadro parziale e sbrigativo della questione, senza adeguato supporto tecnico, stante la necessità di investire l'opera di un indubbia funzione "tranquillizzante" per le popolazioni venete vittime di alluvioni o a rischio. La dimensione e i possibili impatti
dell’opera, la necessità di una generale messa in sicurezza idraulica del
territorio, che parta da monte verso valle, affinché il rischio idraulico sia
davvero affrontato e non spostato da un territorio a un altro, visto anche il quadro ambientale del bacino scolante in Laguna, ci spingono,
però, a tentare di porre delle questioni, non con spirito di contrarietà
aprioristiche, ma per evitare, in tema di difesa idraulica di non ricadere in
schemi del recente passato, che hanno visto mandare avanti opere, con grande dispendio
di risorse pubbliche (finanziarie e
intellettuali) a prescindere da una ponderata analisi degli effetti, ma solo in
nome dell’urgenza del “fare qualcosa”. Per quanto ciò esposto riteniamo che in
questa fase sul Progetto di Completamento dell’Idrovia Padova-Venezia, più
che un sollecito rispetto all’iter progettuale dell’opera per velocizzarne i
temi di realizzazione, si dovrebbe, invece richiedere, visti i costi dell’opera
e i possibili impatti, un sollecito all’approfondimento degli aspetti su ricordati,
e una maggior solerzia su:
1. il
completamento delle opere di messa in sicurezza idraulica in ambito regionale
che hanno già completato il loro iter progettuale, ossia sia quelle del piano del commissario straordinario sull'alluvione in Veneto, che del piano di Bacino del Brenta, con l’auspicio che la
riduzione del rischio idraulico in ambito regionale debba necessariamente
prevedere interventi che tengano conto del quadro climatico e dei suoi scenari
evolutivi, che restituiscano spazio alle dinamiche fluviali, creino bacini di
laminazione per aumentare i tempi di corrivazione verso il bacino scolante
della acque continentali, nonché iniziare a un serio ripensamento della
distribuzione dello spazio urbanizzato esistente.
2. Il
potenziamento delle attività dei Consorzi di Bonifica e sostegno ai contratti di fiume.
3. La
revisione del progetto in relazione a quanto è in fase di elaborazione
nell’ambito del Piano Morfologico della Laguna di Venezia.
4. L'approfondimento circa le criticità idrauliche nell’intersezione con il canale Taglio Novissimo e allo sbocco in Laguna, in
particolare in condizioni di marea sfavorevole e in relazione alla messa in
opera del sistema Mose, per il tratto del Taglio Novissimo da Mira a Valli di
Chioggia.
5. L’indagine
approfondita delle vulnerabilità idrauliche, in particolare sulle interazioni
con le dinamiche di falda dell’Idrovia, ossia con l’assetto idrogeologico dei
territori attraversati.
6. L’urgenza
di implementare il quadro conoscitivo su quantità e qualità dei sedimenti
apportati in Laguna e su quelli da movimentare per la realizzazione del canale
e loro conformità per il riuso, non che gli impatti di tipo ambientale a
seguito dello scarico in Laguna, sugli ecosistemi esistenti e rispetto ai
parametri della Direttiva Acque.
7. Valutazione degli impatti
sui territori di Gronda Lagunare a sud dello scarico dell’Idrovia.
8. Passare alla fase esecutiva del progetto del Genio Civile del Veneto relativamente alla riqualificazione della Conca Gusso a Mira, con adeguamento delle condutture di collegamento con il taglio Novissimo al fine di migliorare la funzionalità del sistema Novissimo e del Naviglio Brenta (i sindaci della Riviera dovrebbero spingere su questo), intervento che con i soldi spesi sinora per la progettazione dell'idrovia, si sarebbe potuto già realizzare senza particolari controindicazioni per la Laguna, ma con significativo beneficio per la zona di gronda (tra l'altro migliorando le capacità di scarico del Naviglio, si avrebbero benefici più a monte anche nel Brenta).
9. Valutare di collegare il tratto a valle dell'Idrovia alla rete idrografica minore a sud del Naviglio, al fine di ripristinare la continuità idrologica, migliorando la funzionalità della rete idrografica minore nella parte sud dei comuni della Riviera del Brenta.
10. Valutare la realizzazione di un bacino di laminazione e accumulo in prossimità del tratto iniziale dell'Idrovia, con funzione di sfogo negli eventi di piena a supporto del sistema Brenta Bacchiglione.
Bibliografia
Bibliografia
·
Indagine sull’inquinamento delle acque
sotterranee della Pianura Veneta, Pietro Zangheri, 1994.
·
Processi di inquinamento chimico-industriale
delle acque sotterranee nella media e alta Pianura
Veneta, Altissimo et alii, Memorie di Scienze Geologiche, 1995.·
Indagine Idrogeologica del Territorio
Provinciale di Venezia, Provincia di Venezia, 2000.
·
Studio Geoambientale del Territorio Provinciale
di Venezia – Parte centrale, Prov. di Venezia, 2002.
·
Geomorfologia della Provincia di Venezia,
Provincia di Venezia, 2003.
·
Idrodinamica e Morfologia della Laguna di
Venezia, Programma di Ricerca 2000-03, Corila, 2003.
·
Verbale Riunione Commissione Salvaguardia
Venezia del 7 agosto 2006, Comune di Venezia, 2006.
·
Linee guida per gli interventi di prevenzione
dagli allagamenti e mitigazione degli effetti, Commissario Delegato per
l’emergenza concernente gli eccezionali eventi metereologici dal 26 settembre
2007 che hanno colpito parte del territorio della Regione Veneto, 2009.
·
DCR n. 107 del 5 novembre 2009, Regione Veneto,
2009.
·
Rischio Idraulico e Riqualificazione Fluviale, Cons.di
Bonifica Dese-Sile, Civiltà dell’Acqua, 201
·
Subunità idrografica bacino scolante, laguna di
Venezia e mare antistante - Piano di Gestione Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo,
Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione, Autorità di Bacino dei fiumi
Adige, 2010.
· Piano delle Azioni e degli Interventi di mitigazione del rischio idraulico e geologico – Relazione di Sintesi, Commissario Delegato per il superamento dell’emergenza derivante dagli eventi alluvionali che hanno colpito il territorio della Regione Veneto nei giorni dal 31/10 al 3/11/2010, 2011.
· Piano delle Azioni e degli Interventi di mitigazione del rischio idraulico e geologico – Relazione di Sintesi, Commissario Delegato per il superamento dell’emergenza derivante dagli eventi alluvionali che hanno colpito il territorio della Regione Veneto nei giorni dal 31/10 al 3/11/2010, 2011.
·
Atlante Geologico della Provincia di Venezia,
Provincia di Venezia, 2011.
· Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dei bacini idrografici di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione – Relazione Generale, Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione, 2012
· Studio di Fattibilità degli Interventi per il completamento dell’Idrovia Padova – Venezia – Relazione Generale, Regione Veneto AA.VV., 2012.
· Piano Paesaggistico Regionale d’ambito “Arco Costiero Adriatico dal Po al Piave” – Documento Preliminare, Regione Veneto 2012
· Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni 2015-2021 Direttiva Alluvioni 2007/60/CE – Valutazione Globale Provvisoria dei problemi di Gestione delle Acque e Obbiettivi di Piano, Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione, 2013
· Litorali e Lagune del Nord Est, Ferla, Crosato, Ragazzo, ISPRA, 2013.
· Piano di Gestione 2015-2021 Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE – Documento Preliminare, Distretto Idrografico Alpi Orientali, 2014.
· Osservazioni sullo studio idromorfologico allegato allo Studio d'Impatto Ambientale dell'adeguamento via acquea di accesso alla Stazione Marittima di Venezia che prevede lo scavo del canale Contorta Sant'Angelo. Valutazione del Quadro di Riferimento Ambientale del SIA e commento degli aspetti idraulici, morfologici e quelli ecologici connessi alle variazioni idromorfologiche, CORILA, 2014.
· Contorta: note sulla valutazione di impatto ambientale (Via), Eddyburg, Domenico Patassini, 2014.
· Classificazione dello stato ecologico e chimico dei corpi idrici della Laguna di Venezia, primo ciclo dimonitoraggio 2010-12, Regione Veneto, 2014.
· Il Progetto di Completamento dell’Idrovia Padova – Venezia – 1°a nota tecnica, Comitato Acque del Mirese, 2014.
· Il Consumo di suolo in Italia, Edizione 2017, ISPRA, 2018.
· Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dei bacini idrografici di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione – Relazione Generale, Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione, 2012
· Studio di Fattibilità degli Interventi per il completamento dell’Idrovia Padova – Venezia – Relazione Generale, Regione Veneto AA.VV., 2012.
· Piano Paesaggistico Regionale d’ambito “Arco Costiero Adriatico dal Po al Piave” – Documento Preliminare, Regione Veneto 2012
· Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni 2015-2021 Direttiva Alluvioni 2007/60/CE – Valutazione Globale Provvisoria dei problemi di Gestione delle Acque e Obbiettivi di Piano, Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione, 2013
· Litorali e Lagune del Nord Est, Ferla, Crosato, Ragazzo, ISPRA, 2013.
· Piano di Gestione 2015-2021 Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE – Documento Preliminare, Distretto Idrografico Alpi Orientali, 2014.
· Osservazioni sullo studio idromorfologico allegato allo Studio d'Impatto Ambientale dell'adeguamento via acquea di accesso alla Stazione Marittima di Venezia che prevede lo scavo del canale Contorta Sant'Angelo. Valutazione del Quadro di Riferimento Ambientale del SIA e commento degli aspetti idraulici, morfologici e quelli ecologici connessi alle variazioni idromorfologiche, CORILA, 2014.
· Contorta: note sulla valutazione di impatto ambientale (Via), Eddyburg, Domenico Patassini, 2014.
· Classificazione dello stato ecologico e chimico dei corpi idrici della Laguna di Venezia, primo ciclo dimonitoraggio 2010-12, Regione Veneto, 2014.
· Il Progetto di Completamento dell’Idrovia Padova – Venezia – 1°a nota tecnica, Comitato Acque del Mirese, 2014.
· Il Consumo di suolo in Italia, Edizione 2017, ISPRA, 2018.