ISPRA ha recentemente presentato il primo report sulla situazione processi di bonifica ambientale in Italia, Il rapporto illustra e analizza i dati del 2020 relativi al numero e alle superfici interessate da procedimenti di bonifica regionali al 31.12.2019. I dati raccolti sono relativi ai procedimenti di bonifica regionali la cui competenza è in capo alle Regioni o a enti territoriali da esse delegate, sono esclusi i procedimenti relativi ai Siti di Interesse Nazionale (SIN) di competenza del MATTM (ora MiTE). I dati sono disponibili per tutte le regioni /province autonome d’Italia con livello di dettaglio fino al singolo comune e consentono di descrivere l’iter del procedimento e lo stato della contaminazione per i procedimenti in corso e per quelli conclusi. Il numero totale di procedimenti è pari a 34.478 di cui 16.264 in corso e 17.862 conclusi. La superficie interessata dai procedimenti di bonifica è nota solo per una parte di essi (67%), è pari a 66.561 ettari (666 kmq) e rappresenta lo 0,22 % della superficie del territorio italiano; di questi 37.816 ettari sono relativi a procedimenti in corso e 28.745 ettari sono relativi a procedimenti conclusi.
La questione bonifiche è di estrema rilevanza per molteplici aspetti, in primis perché la salubrità determina anche la fruibilità di tanti luoghi in Italia che, ad oggi risulta fortemente condizionata dalla presenza di siti contaminati, pregiudicando lo sviluppo di molti territori. Con ricadute ambientali, sociali ed economiche pesanti. Da segnalare, non per partigianeria, ma per l'indubbia valenza dell'iniziativa, la mobilitazione lanciata dai Radicali sul tema del completamento delle bonifiche dei principali Siti d'Interesse Nazionale, in cui i processi di risanamento ambientale sono ancora troppo indietro.
Il quadro che esce dal rapporto ci mostra che il 52% dei procedimenti di bonifica si sono conclusi, mentre per quelli in itinere, spesso ormai da diversi lustri, la situazione è variegata, con molti in fase di istruttoria, o di valutazione progettuale.
Dai dati su base regionale, risulta per il Veneto una situazione non troppo rasserenante: Il 43% dei procedimenti è in corso, di ben il 12% (352 in numeri assoluti), non è disponibile lo stato di avanzamento. Per altro i procedimenti in corso riguardano una superficie complessiva da bonificare, ben maggiore di quella degli iter conclusi - sebbene questi ultimi siano numericamente superiori. Parliamo di 1056ha, contro 429ha, per dare un dato, 1500 campi da calcio, per dare un'idea.
La problematica interessa particolarmente l'area perilagunare, perché sia in termini di superficie che di numero di procedure, l'area metropolitana di Venezia, con 253 iter in corso, pari a 335ha di superficie, guida la classifica delle provincie venete in quest'ambito, seguita da Treviso, Verona (che ha più procedimenti, ma meno aree) e Padova. E ciò non è dovuto solo alla presenza del S.I.N di Porto Marghera (che ovviamente è comunque il "contributore" maggiore).
Le criticità, purtroppo, non sono limitate alla sola area industriale, ma anche in altre zone della Città Metropolitana. Vedi il caso di Mira, con 7 siti. Nella classifica dei comuni per numero di siti contaminati, ove Venezia primeggia, con 50 siti contaminati (di cui solo 1 con bonifica conclusa, 29 in corso e 20 con analisi di rischio approvata), ai primi 10 posti troviamo quattro comuni metropolitani (Venezia appunto, Mira, Jesolo, Portogruaro), tutti con territori nella gronda lagunare. Sottolineamo questo aspetto per evidenziare come sia forte la pressione ambientale nel bacino scolante, con ricadute anche nei processi di tutela degli ambienti idrici e di contrasto al dissesto geoidrologico e, quindi, alla mitigazione del rischio idraulico in questo territorio.
I siti contaminati sono spesso in stato di abbandono e degrado e la manacata esecuzione delle bonifiche spesso determinano il perdurare di fenomeni di inquinamento che determinano, in un circolo vizioso, l'estensione del deterioramento ambientale anche alle aree prossime al sito.
Venezia fortunatamente guida anche la classifica dei comuni con più procedura di bonifica concluse, ben 115, la strada è, però, ancora lunga assai.
Il report ISPRA finalmente consente di avere un'immagine chiara e complessiva sul tema bonifiche, ma è anche una forte chiamata delle Istituzioni alle proprie responsabilità, non che di tutti i soggetti coinvolti. Particolarmente in area perilagunare, dove questo tema si somma alle problematiche di dissesto geoidrologico per i fenomeni globali di cambiamento climatico e per i fenomeni locali, quali subsidenza e pressione antropica. Se non si affronta la questione davvero, dando tempi e metodi ai processi in corso e risorse, il risanamento ambientale e il contrasto al dissesto dell'area costiera veneta e la conseguenze riduzione del rischio ambientale resteranno solo chimere, così come la riqualificazione socioeconomica).
Bibliografia: Lo stato delle bonifiche nei siti contaminati in Italia: dati regionali, ISPRA, 2021