Tra i tanti organismi popolanti la Laguna di Venezia, ve ne sono alcuni di decisamente poco noti , ma di estrema importanza nell'ecosistema lagunare e sopratutto potenzialmente estremamente molto utili per monitorarne lo stato di salute. Stiamo parlando dei foraminiferi, in particolare di quelli bentonici. I foraminiferi sono organismi unicellulari procarioti, che si costruiscono un guscio in calcite, oppure attraverso la secrezione di un collante a base di collagene, si costruscono un guscio "agglutinando" sedimenti. Hanno dimensioni di pochi micron, anche se il guscio può raggiungere dimensioni visibili a occhio nudo, anche notevoli come nel caso di forme antiche, i "nummuliti" che arrivavano a costruirsi gusci di dimensioni centimetriche. I foraminiferi possono essere carnivori, erbivori, detritivori, avere delle alghe simbionti. Possono essere planctonici, cioé vivere fluttuando nella colonna d'acqua o, appunto bentonici, vivendo nel fondale, a diverse profondità. Si dicono epifaunali se vivono appoggiati sulla superficie, infanuali se vivono infossati. Sono molto suscettibili relativamente al tenore di ossigeno, al PH, salinità, granulometria del sedimento di fondale, etc etc, per cui sono buoni indicatori ambientali, lo studio delle associazioni, consente di compiere valutazioni sui parametri ambientali e la variazione delle stesse consente di capire come variano i primi. I foraminiferi sono anche utilizzati come indicatori per la contaminazione da metalli pesanti, in tal senso sono stati fatti anche studi in Laguna di Venezia.
L'associazione tipica lagunare vede come forme principali Miliammina Fusca Trochammina Inflata associati ad altri miliolidi (i miliolidi sono un genere di foraminiferi caratterizzati da gusci molto lisci, di aspetto porcellanaceo), il che rivela un certa abbondanza di materiale organico al fondo, con conseguenti tendenze subossiche. Ossia la degradazione, ad opera dei batteri e altro della sostanza organica che precipita dalla colonna d'acqua, consuma ossigeno, riducendone il tenore al fondo. Il limite è l'anossia, quando cioé le acque di fondale, hanno bassisime concentrazioni di ossigeno, permettendo la sussistenza solo di forme che richiedono poco ossigeno o adirittura di organismi anaerobici (che non necessitano di ossigeno).
L'alterazione dei parametri ambientali può o modificare l'associazione presente, ossia quali specie sono presenti e in che proporzione, oppure, come nel caso di fenomeni di inquinamento, determinare deformazioni nella forma dei gusci. Essendo organismi unicellulari, il ciclo di vita è rapido e questo determina risposte piuttosto rapide al variare dei parametri ambientali o in presenza di contaminazioni, redendo davvero questi organismi delle "spie" preziosissime, in grado di dare tempestiva indicazione sui fenomeni in atto, prima che questi siano di dimensioni irreversibili.
Non sarebbe quindi, affatto male, al fine di tenere sotto controllo lo stato di salute della nostra Laguna e monitorare gli impatti dei vari interventi in ambito lagunare, attivare un sistema organico e continuo di monitoraggio di queste faune.
Fonti:
Ecology and Applications of Benthic Foraminifera - John W. Murray, Cambridge University - 2006