Si è conclusa venerdì 11 la serie di due serate promossa da Acque Lagunari, a Codevigo, dei Dialoghi sull'Ambiente Veneto. Abbiamo concentrato i nostri approfondimenti prevalentemente sulla questione acque. Buon dibattito con la platea, segno del vivo interesse degli intervenuti per gli argomenti esposti e della capacità di comunicazione dei relatori che hanno aderito all'iniziativa. Ringraziamo i geologi Piero Morettin e Alberto Dacome che sono intervenuti rispettivamente alla serata sui PFAS e sul rischio idraulico. Scopo dell'iniziativa era informare in modo efficace il pubblico sulle situazioni di rischio del nostro territorio e sulle vie da percorrere per affrontare tali situazioni. Non si voleva "tranquillizzare", ma nemmeno "allarmare", ma destare un sano livello di attenzione e preoccupazione per fenomeni che ci riguardano individualmente, sopratutto in prospettiva di scenario. Relativamente al problema PFAS la conformazione geologica del nostro territorio e il combinato disposto delle pratiche di gestione delle acque sotterranee rende evidente che la questione è seria e investirà i prossimi anni. Sono necessarie misure tecniche di preservazione della risorsa idropotabile, ma anche un cambio di paradigma nella gestione delle acque. L'uso di acqua potabile per lo scarico dei sanitari o il riscaldamento non è più un elemento alla lunga sostenibile. Oltre al tema normativo, che deve affrontare in modo organico e coerente la problematica si pone il tema di come sostenere tecnologicamente l'eliminazione dei PFAS dall'ambiente, vista la loro persistenza, una volta che si sia riusciti a evitarne la dispersione. Non è, infatti, credibile la loro eliminazione in tempi brevi dalla pletora di prodotti in cui trovano uso. Attualmente le tecniche di rimozione si basano tutti su processi che alla fine portano, sotto varie forme al loro stoccaggio nelle discariche, il che vuol dire solo nascondere il problema, oltre che rendere ancora più complessa, delicata e onerosa la gestione delle discariche sia in fase di vita che post mortem. Esistono tecnologie per una effettiva degradazione dei PFAS tramite processi termici, ma attualmente non esiste impiantistica adeguata, non solo in Italia, ma nemmeno a livello europeo. Ricordiamo che il tema PFAS non è solo Veneto, abbiamo problemi ad oggi noti anche in Piemonte e Lombardia, negli USA la questione si affronta da 15 anni almeno e anche in Europa ormai il tema è d'attualità. Ma con l'attuale cultura ambientale italiana è impensabile che qualcuno pensi di investire, pubblico o privato (men che meno) nella realizzazione di un impianto di trattamento di questo tipo.
Sulla questione del rischio idraulico dopo aver esaminato la situazione della pianura veneta, in particolare della bassa pianura, si sono sfatati alcuni falsi miti sul dissesto idrogeologico e sul concetto di ambiente naturale. I corsi d'acqua della pianura veneta sono profondamente artificializzati da secoli di interventi e ultimamente negli ultimi decenni con la pesante trasformazione operata sul territorio. Questo significa che siamo responsabili della loro gestione e funzionamento. Questo significa dover mettere mano a risorse pubbliche e private per il mantenimento e ripristino della rete idrografica minore. Vuol dire dover utilizzare con attenzione e con urgenza strumenti come i Piani delle Acque e i Piani di Protezione Civile che le amministrazioni locali devono avere. E significa anche iniziare a mettere in campo davvero le potenzialità dei Piani di Assetto del Territorio per poter decongestionare il tessuto urbanizzato e riqualificarlo. Significa dover fare scelte ponderate e anche delle rinunce. Ecco perché serve una cultura dell'ambiente che sia concreta, pragmatica, basata su dati tecnici chiari e affidabili, non si può andare avanti per slogan, per enunciati e velleitarismi. Altrimenti gli scenari dei prossimi decenni saranno davvero preoccupanti.
Questa è stata la versione 0 dei Dialoghi sull'Ambiente Veneto. L'idea è che diventi un momento di confronto periodico da proporre nei territori della medio-bassa pianura, in particolare nella gronda lagunare, per questo invitiamo i cittadini e le associazioni interessate a darci il loro supporto. Intando ringraziamo per la collaborazione e il sostegno gli Amici della Terra, associazione ambientalista nazionale, di coi condividiamo molti degli intenti e lo spirito con cui intende la questione ambientale e FattoreH network nazionale di esperti del territorio e del rischio idraulico, di cui condividiamo i proponimenti di diffondere nei cittadini e nelle istituzioni la consapevolezza della tematica del dissesto idrogeologico e dell'urgenza di affrontarla.
Questa è stata la versione 0 dei Dialoghi sull'Ambiente Veneto. L'idea è che diventi un momento di confronto periodico da proporre nei territori della medio-bassa pianura, in particolare nella gronda lagunare, per questo invitiamo i cittadini e le associazioni interessate a darci il loro supporto. Intando ringraziamo per la collaborazione e il sostegno gli Amici della Terra, associazione ambientalista nazionale, di coi condividiamo molti degli intenti e lo spirito con cui intende la questione ambientale e FattoreH network nazionale di esperti del territorio e del rischio idraulico, di cui condividiamo i proponimenti di diffondere nei cittadini e nelle istituzioni la consapevolezza della tematica del dissesto idrogeologico e dell'urgenza di affrontarla.
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