domenica 29 marzo 2015

A proposito d' idrovia; l'intersezione con il Taglio Nuovissimo



Nei punti che riteniamo necessari di approfondimento, relativamente all'ipotesi di completamento dell'IDROVIA PADOVA-LAGUNA,  a nostro giudizio, c'è in primis l'intersezione con il Canale Taglio Nuovissimo. Nello studio di fattibilità si ipotizza un'intersezione a raso, con un approfondimento di circa un metro del fondale del Canale Taglio (oggi è profondo circa 2,5 metri e largo 25 metri - mentre l'idrovia in progetto è profonda 4,5 metri e larga 44), per un tratto di 6 Km. Vengono anche previsti interventi di riprofilatura e rivestimento delle sponde, rafforzamento delle medesime e realizzazione di due conche di navigazione con relativi sostegni per regolazione dei flussi a monte e valle dell'intersezione. Nel progetto preliminare dell'Idrovia, tra le soluzioni per l'attraversamento si ipotizza di portare a 75mc/h la portata in quel tratto.
Va ricordato che il Taglio Nuovissimo ha lo scopo di raccogliere le acque del Miranese e in particolare derivanti dal Muson dei Sassi e che lungo il suo corso negli eventi alluvionali del 2010 e precedenti, si sono verificati numerosi allagamenti, in particolare da Mira nord fino almeno Campagna Lupia. L'area ha indubbie criticità in tal senso. Lo scarico dell'idrovia potrebbe essere impedito dalle dinamiche di marea della Laguna, come capita già oggi in talune occasioni, con fenomeni di riflusso lungo il tratto corsi d'acqua, Esistono diverse evidenze scientifiche, in particolare uno studio del Dipartimento di Ingegneria di Padova, che spiegano come per vie d'acqua che scaricano in Laguna, via sia un sensibile rischio generato dall'interferenza con le dinamiche mareali, che porta ad allagamenti nella zona di foce e rotte alluvionali nelle zone di monte. Vi è quindi, da approfondire tale aspetto, poiché, tenuto anche conto del completamento della realizzazione del Mose - e di come sia espressamente previsto che a Mose in funzione gli scarichi in Laguna vadano strettamente regimati - vi è il rischio che le portate aggiuntive dell'idrovia anziché essere recapitate in Laguna, finiscano per rifluire lungo il Novissimo, acuendone le problematiche, lungo tutto il suo tragitto, fino a Chioggia.

sabato 28 marzo 2015

a proposito d'idrovia: lo sbocco in Laguna di Venezia


Il progetto di completamento dell'idrovia Padova-Laguna, prevede la realizzazione di un tratto di canale in laguna, che si ricorda essere largo 44 metri e profondo 4,5 metri, per circa 5 km per il collegamento con l'idrovia e il canale Malamocco Marghera. Anche qui ci sono diversi aspetti che riteniamo vadano approfonditi e chiariti già in fase progettuale, poiché hanno ripercussioni sulla sostenibilità dell'opera e sul costo.
In primis c'è la questione dei fanghi di scavo. Nello studio di fattibilità si ritiene che i fanghi siano compatibili secondo il protocollo del '93 per essere riutilizzati nelle opere di difesa e di sponda del canale e per ripristino barene. Questo va verificato, anche alla luce del fatto che il protocollo fanghi è in revisione, perché la riutilizzabilità o meno dei sedimenti ha un impatto tutt'altro che secondario sui costi di realizzazione dell'opera.
C'è poi la stima di quantità e granulometria (cioé la dimensione dei singoli grani) dei sedimenti. Lo studio di fattibilità parla di 100mila mq anno di sedimenti, immessi dall'idrovia, poi ipotizza che l'apporto sedimentario sia simile a quello delle piene dell'Adige (e questo é piuttosto discutibile), vi sono altre stime di altri studi che parlano di 30 mila mq/ anno o 70mila (da uno studio CORILA-MAVE). Orbene questo é un aspetto che va chiarito. La Laguna perde ad oggi tra i 700mila e 1 milione 300mila mq di sedimenti all'anno per effetto dell'erosione. La laguna di Venezia si sta evolvendo in una baia di mare, questo comporta una regolarizzazione  della sua morfologia, con una sua progressiva sedimentazione. Questo significa che pian piano, le differenze di quote del fondale (i bassi sono i fondali di canale, gli alti le velme e le barene) spariscono. Vari studi, in particolare dell'OGS di Trieste, dimostrano come l'immissione di sedimenti, in quantitativo non tale da pareggiare quanto viene perso, vanno per gravità e per effetto dell'evoluzione lagunare su menzionata, a posizionarsi nelle quote più basse. Ossia nei canali. Questo significa che l'apporto di sedimenti derivante dall'azione dello scolmatore, potrebbe acuire la necessità dello scavo dei canali lagunari per garantirne la navigabilità, con ricadute economiche (più costi per tale attività) e ambientali (lo scavo in Laguna aumenta il problema dell'intorbidimento delle acque - elemento generante diverse criticità sugli ecosistemi lagunari).
Circa la granulometria, la dimensione dei grani dei sedimenti ne determina il comportamento, come si depositano, se tendono a rimovimentarsi, ossia all'erosione,  nello studio di fattibilità si asserisce che i sedimenti dello scolmatore si depositeranno uniformemente lungo il tratto lagunare dell'idrovia, senza entrare entro il Malamocco-Marghera (acuendone le necessità di scavo), non essendoci dati sulla granulometria, ciò va verificato.

Il Paleocene è bello, ma non ci vivrei

Per tutti i fan dell'uso smodato del termine "Antropocene", mi sia permesso dire, che al netto delle angosce, alla fine, clima...